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Imperial Tobacco all’attacco per i brevetti delle e-cig

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La multinazionale Imperial Tobacco Group Plc (IMT) ha citato in giudizio Lorillard Inc. (LO), NJOY Inc., Vapor Corp. e altri otto produttori di sigarette elettroniche relativamente ai brevetti negli Stati Uniti, denunciando una violazione della proprietà intellettuale.

La denuncia è arrivata attraverso la controllata di ITG, Fontem Ventures BV, che ha presentato il 5 marzo nove cause legali in una corte federale di Los Angeles, e ha chiesto ai giudici dello US District Court for the Central District of California (Tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Centrale della California) di pronunciarsi sullla validità dei propri brevetti, chiedendo anche un risarcimento danni da parte degli imputati ancora non specificato.

Le vendite di sigarette elettroniche potrebbero raggiungere negli Stati Uniti i 5 miliardi di dollari nel 2015, secondo l’analisi effettuata da Bloomberg Industries.

Imperial Tobacco, che a settembre ha acquistato la società di e-cigarette Dragonite International Ltd. – fondata dal farmacista Hon Lik, considerato l’inventore della sigaretta elettronica – per 75 milioni di dollari, ha affermato che nel 2014 lancerà due nuovi prodotti. “La ragione di queste denunce è proteggere la nostra proprietà intellettuale e cercare la giusta compensazione per la violazione dei nostri brevettiha dichiarato a Bloomberg Marc Michelsen, direttore della comunicazione e corporate ventures di Fontem Ventures, società con base ad Amsterdam. 

Fontem ha citato in giudizio: VMR Products LLC, Ballantyne Brands LLC, CB Distributors Inc., Spark Industries LLC, Logic Technology Development LLC, FIN Branding Group LLC, Victory Electronic Cigarettes Corp. e DR Distributors LLC.

Come ha scritto l’Economist

non è chiaro come ITG potrà ottenere l’enforcement sui brevetti di Mr Lik. Anche perché nel 1965 Herbert Gilbert, un lavoratore di una discarica in Pennsylvania, registrò un brevetto per una “smokeless non-tobacco cigarette”, che però non è mai entrata in produzione. In un intervista dello scorso anno, Gilbert ha sottolineato come “non ci sia sigaretta elettrica oggi, che abbia visto, che non segua la road map di base del mio brevetto originale”. Si legga qui il brevetto per comprendere il punto, considerando che aveva persino prefigurato le sigarette elettroniche con aromi diversi. Nonostante sia scaduto da tempo, l’esistenza di questo e di altri brevetti precedenti renderà difficile a Imperial vincere in corte.

Un altro problema per Imperial è che alcune delle società denunciate da Fontem – quali Altria, Reynolds e BAT (che controlla il 42% di Reynolds) – hanno a loro volta dei brevetti (sono oltre 90 quelli registrati negli USA). Un portavoce di Nicoventures, società controllata da BAT, ha dichiarato al Financial Times: “Siamo fiduciosi della nostra posizione sui brevetti”. Ciò nonostante, i due giganti del tabacco americani potrebbero comunque diventare obiettivi delle denunce di Fontem, che presentano cinque nomi non resi pubblici, e che potrebbero essere aggiunti in seguito. La mossa di imperial inoltre, potrebbe dare la spinta alla britannica Gamucci di provare ad esercitare i propri diritti di proprietà intellettuale.

Il futuro della sigaretta elettronica sembra quindi destinato sempre più ad avviarsi sul modello di quanto accaduto in quello degli smartphone: denunce e contro denunce su brevetti. Un sistema che, insieme ad un regolamentazione eccessivamente restrittiva potrebbe rallentare l’innovazione in un’industria che potrebbe ridurre enormemente il numero delle morti da fumo.

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